DEMENZA FRONTOTEMPORALE

La demenza fronto-temporale è una patologia neurodegenerativa che colpisce principalmente la parte frontale e laterale del cervello e causa anormalità del comportamento, della personalità, del linguaggio e del movimento. A differenza delle altre demenze, che affliggono generalmente persone di oltre 65 anni di età, la demenza frontotemporale tende a manifestarsi anche in persone più giovani. Questo tipo di demenza ha caratteristiche diverse dall’Alzheimer, nonostante spesso vengano confuse con la conseguenza di diagnosi tardive e terapie non idonee. L’accuratezza della diagnosi è un ambito su cui la ricerca sta investendo numerose energie. I sintomi non interessano la memoria, ma il comportamento: cambiamenti nella personalità, comparsa di apatia, irritabilità, mancanza di iniziativa, trascuratezza. In alcuni casi i malati colpiti da DTF presentano deficit del linguaggio, forme di afasia progressiva con perdita della capacità di parlare e, in altri, anche un deficit intellettivo, la demenza semantica che comporta un’erosione di tutte le conoscenze acquisite nel corso della vita. I disturbi possono non essere presenti tutti insieme e la loro gravità può essere variabile da persona a persona. Con il progredire della malattia, possono rendere la normale attività quotidiana sempre più difficile, fino ad arrivare alla perdita dell’autosufficienza. Ad oggi non ci sono cure per la demenza frontotemporale, ma uno studio italiano, presentato ad Oslo, al congresso della European Accademy of Neurology, promette di rallentare la progressione della malattia migliorando alcune funzioni cognitive e comportamentali dei pazienti. Lo studio ha dimostrato come la molecola PeaLut sia in grado di controllare il meccanismo neurodegenerativo, poiché anche nel caso della demenza frontotemporale la neuroinfiammazione è coinvolta in tale processo neurodegenerativo sin dalle prime fasi della malattia, prevenendo il danno neuronale e potenzialmente ritardando il decorso della patologia. E’ stato eseguito uno studio pilota: dopo un mese di trattamento con la molecola PeaLut i pazienti riportavano un miglioramento del 15% ed una riduzione di disturbi comportamentali del 20%, presentandosi meno agitati e comunicando senza esitazioni.