comunicare con il malato

Comunicare con il malato, perché è importante

Comunicare con il malato di Alzheimer può essere molto importante: ecco i consigli di Domus Santa Rita.

L’Alzheimer è un morbo insidioso: sottrae indipendenza, autonomia, ricordi, persino la capacità di farsi comprendere e di comunicare i propri bisogni. Nonstante la difficoltà comunicare con un malato di Alzheimer non soltanto è possibile ma diviene anche necessario.
Non ci riferiamo soltanto alle parole: anche espressione, tono della voce e gestualità possono essere utili a comunicare, e con l’avanzare della malattia risultano addirittura preponderanti rispetto alla verbalità. Nei casi più gravi, infatti, il malato avrà molta difficoltà nell’esprimersi correttamente a parole, e risulterà meno frustrante il fatto che siamo disposti a comunicare con lui anche attraverso altri segnali.
Comunicare con il malato, oltre a far sentire il nostro degente meno solo, può fungere da stimolo per le sue capacità residue. Ecco perché è importante evitare di mortificarlo correggendolo laddove sbaglia o se salta da un argomento all’altro: è necessaria una certa delicatezza, e soprattutto il rispetto per un individuo non più padrone delle proprie facoltà.
In casi di decorso avanzato della malattia, l’affetto da Alzheimer è meno espressivo, meno recettivo, poco incline alla comunicazione e spesso tende a fare uso di parole ripetitive. In questi casi, è fondamentale essere comprensivi e prepararsi all’eventualità di ripetere più volte domande ed affermazioni che il malato potrebbe non aver compreso o dimenticato. Se l’ammalato tende ad innervosirsi e ad alzare la voce, sta a noi mantenere un tono controllato e pacato, per riportarlo alla tranquillità.
In conclusione, per comunicare con il malato in modo efficace bisogna rispettare i suoi tempi, cercare di coinvolgerlo spesso nelle nostre attività, mettendo in risalto i suoi successi; bisogna evitare di correggerlo, se il messaggio è complessivamente chiaro, e non manchiamo mai di rassicurarlo, evitando di assumere un atteggiamento irritato o spazientito.
Insomma, comunicare con il malato di Alzheimer non è facile ma vale la pena raggiungere questo scopo: perché dietro la malattia sappiamo che vi è ancora una parte di quel familiare che continua a vivere e a chiedere di essere ascoltato.