Alcol: fattore di rischio per il declino cognitivo.

L’abuso di bevande alcoliche è il principale fattore di rischio per l’insorgenza di malattie neurodegenerative.
È questo il risultato di un imponente studio canadese pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Public Health.

Lo studio è stato condotto in Francia su oltre un milione di adulti con diagnosi di demenza. Dei 57.000 casi di demenza a esordio precoce, ovvero prima dei 65 anni, il 57% era correlata al consumo eccessivo cronico di alcolici.

In che modo l’alcol risulta tossico per il cervello?

Innanzitutto l’etanolo e il suo metabolita acetaldeide hanno un effetto neurotossico diretto, che determina danni permanenti strutturali e funzionali al cervello.

In secondo luogo, il consumo eccessivo di alcol è associato alla carenza di tiamina. Questa condizione porta alla sindrome di Wernicke-Korsakoff: una forma insolita di demenza che si manifesta come conseguenza del grave deficit di alcuni micronutrienti.

Inoltre, il consumo eccessivo di alcol è un fattore di rischio per altre condizioni che possono anche danneggiare il cervello: come l’epilessia e l’encefalopatia epatica (in pazienti colpiti dalla cirrosi epatica).

Infine  l’assunzione intensa di alcol è associata alla demenza vascolare a causa delle strette relazioni che intercorrono tra alcolismo e fattori di rischio vascolari come l’ipertensione, l’ictus cerebrale, la fibrillazione atriale e lo scompenso cardiaco.

I risultati dello studio invitano quindi a prestare particolare attenzione a questo aspetto quando abbiamo a che fare con malati di demenza.
Le conseguenze del disturbo da consumo di alcol, infatti, sono tutt’ora registrate con troppo ritardo e ciò rallenta fortemente le tempistiche di intervento.