L’interazione sociale allevia i sintomi psicologici e comportamentali dei pazienti con demenza

Oltre ai sintomi cognitivi, le persone affette da demenza senile presentano anche sintomi psicologici, come ansia o depressione, o delle problematiche comportamentali tra cui agitazione e talvolta aggressività.
Tali sintomi possono spesso comportare un importante aumento di stress sul caregiver o sugli operatori, a causa della difficile gestione degli stessi.
Fortunatamente, professionisti specializzati ed attenti, in una struttura dedicata, possono gestire con gentilezza e sicurezza ogni aspetto della malattia. Per farlo, occorre infatti inserire il malato all’interno di un contesto sociale e ricco di interazioni.

I vantaggi delle interazioni sociali
Secondo uno studio pubblicato su Geriatric Nursing, i pazienti maggiormente coinvolti in attività ed interazione con altri individui mostrano un’evidente riduzione dei sintomi psicologici e comportamentali problematici. Inoltre, la costante comunicazione con famiglia è risultata essere associata ad una diminuzione della gravità dei sintomi.
Appare quindi fondamentale massimizzare il coinvolgimento dei pazienti, così come le loro opportunità di socializzazione e interazione, come prevenzione efficace di tutti quei sintomi che possono rendere meno gestibile e sereno l’individuo affetto da demenza.

Proprio per questo, lo staff della Domus Santa Rita predispone spesso attività divertenti e stimolanti, che favoriscono la socializzazione e la condivisione tra i pazienti. In questo modo, l’anziano vive con maggiore serenità e benessere la propria condizione, prevenendo al tempo stesso il peggiorare della patologia.

Affidati ad una struttura specializzata e migliora la vita del tuo caro!
Ti aspettiamo alla Domus Santa Rita.

Alzheimer: i sintomi per riconoscere la malattia.

La malattia di Alzheimer rappresenta la forma più comune di demenza.
Si manifesta generalmente dopo i 65 anni, anche se non è raro l’esordio in persone più giovani.

La malattia esordisce lentamente con una sintomatologia sfumata e la progressione dei disturbi che causa varia da individuo a individuo.
Ciò rende impossibile prevedere con esattezza quanto rapidamente peggiorerà una persona malata.

Poiché non se ne conosce ancora la causa, non esiste a tutt’oggi un’efficace terapia.
Tuttavia, i farmaci di cui disponiamo, ci permettono di tenere sotto controllo la progressione della malattia, rallentandola.

Riconoscere i sintomi

Ci sono una serie di sintomi che possono rappresentare un campanello d’allarme.

  • Difficoltà nella memoria recente: si iniziano a riscontrare piccole difficoltà nel ricordare nomi o eventi, ma anche conversazioni avute poco prima con i propri familiari.
    Tali difficoltà si accompagnano spesso ad apatia e depressione.
  • Sensazioni di confusione e disorientamento: tendono a peggiorare nel corso del tempo ed aumentano la possibilità di “perdersi” anche nei luoghi più familiari.
  • Difficoltà di pianificazione, incapacità di giudizio, problemi di linguaggio: disturbi che ostacolano l’organizzazione dei diversi aspetti della vita, la capacità di prendere decisioni e di mantenere un buon livello di comunicazione con gli altri.
  • Cambiamenti della personalità: talvolta si traducono in atteggiamenti sospettosi e perfino aggressivi.
  • Perdita di interesse per la cura di sé: si finisce per trascurare non solo il proprio aspetto, ma anche l’igiene personale.

È da osservare che, oltre a compromettere le capacità della mente provocando dei deficit cognitivi, la malattia può inoltre causare disturbi di natura psicologica e comportamentale.
Parliamo di deliri, allucinazioni, depressione, apatia, agitazione, aggressività, vagabondaggio, affaccendamento, etc.

Questi disturbi si manifestano con diversa frequenza nell’evoluzione della malattia.
In particolare, disturbi della personalità, depressione e ansia appaiono spesso nelle fasi iniziali e possono addirittura precedere la comparsa dell’ Alzheimer, mentre deliri e allucinazioni sono tipici delle fasi più avanzate.

Queste manifestazioni psico-comportamentali costituiscono per i malati una fonte di sofferenza e disagio.
Anche per i caregiver, sono proprio i disturbi del comportamento, non i disturbi cognitivi, a creare gravi problemi nella gestione al domicilio del paziente.

Scegliere la struttura giusta

Scegliere una struttura adeguata per l’assistenza del tuo caro, è fondamentale per permettergli di mantenere una buona qualità di vita.
Inoltre, inserire l’anziano in una struttura specializzata e pronta a trattare queste problematiche, permette di stimolarne e preservarne le funzionalità.

Lo staff della casa di riposo Domus Santa Rita assiste ogni suo ospite con professionalità, amore e dedizione. Lavoriamo con entusiasmo e competenza per fornire agli anziani ospiti un contesto a misura dei loro sentimenti e bisogni.
Contattaci per maggiori informazioni!

I vantaggi del riposino pomeridiano.

Dormire dopo pranzo è ormai un’abitudine che non coinvolge solo i bambini o gli anziani, ma è sempre più diffusa per tutti coloro che ne hanno la possibilità.

Esistono significativi vantaggi da considerare nel concedersi trenta minuti di sonno.
Si tratta di un momento che ci permette di mettere da parte lo stress quotidiano, ricaricando le pile per affrontare un pomeriggio e una serata con proattività.

Diversamente da quanto si possa pensare, riposare dopo il pranzo non rappresenta un’incitazione alla pigrizia ma, al contrario, si tratta di una pratica rigenerante.
Secondo numerosi studi bastano infatti 30 minuti di sonno per potenziare le proprie prestazioni mentali in termini di memoria e lucidità, oltre che dal punto di vista fisico.

Riposino pomeridiano: i vantaggi degli over 65

Il riposino pomeridiano fa bene soprattutto ai soggetti over 65.
Permette loro di consolidare un ottimale equilibrio psicofisico, purché sia sfruttato in maniera funzionale e non come semplice passatempo.
È particolarmente indicato per i soggetti che soffrono di pressione alta, e permette inoltre di migliorare l’attenzione.

Riposino pomeridiano: i consigli

Tuttavia, affinché il riposino sia funzionale al corpo e alla mente, questo non deve essere troppo lungo.
L’ideale sarebbe dormire per circa 30 minuti, in maniera tale da “staccare la spina”, senza rischiare di compromettere il sonno notturno.

Il consiglio è inoltre quello di non trascurare le modalità e i mezzi con cui viene fatto.
Utilizzate un cuscino adeguato al fine di prevenire possibili problematiche cervicali, coprendovi accuratamente se la temperatura non è di vostro gradimento.

Niente paura infine per gli amanti del caffè post pranzo.
La caffeina ha infatti bisogno di 30 minuti prima di fare effetto: questo vi permetterà di godervi al meglio il vostro sonnellino pomeridiano, prima che le sue proprietà vi diano modo di continuare con energia il resto della giornata.

I consigli per socializzare nella terza età.

Una volta superato il traguardo dei 60 anni, può nascere molta insicurezza legata alla capacità di relazionarsi con gli altri e di instaurare i rapporti.

Con l’avanzare degli anni può infatti capitare di trovarsi da soli, a causa del cambio di abitudini.
L’inizio del periodo di pensionamento, ad esempio, può allontanare quella cerchia ristretta di amici, che fino a poco tempo fa era rappresentata dai colleghi che frequentavate stabilmente.
Queste ragioni, però, non ci devono portare a scoraggiarci, perché trovare nuovi amici è possibile, a qualsiasi età.

Ecco quindi dei piccolissimi consigli per facilitare la socializzazione durante la terza età.

La fiducia in noi stessi e il coraggio di intraprendere nuove avventure sono due armi potenti che dobbiamo solo scegliere di utilizzare.

Molto spesso l’unico reale impedimento alla conoscenza di nuove persone è il vostro stesso giudizio.
Non assegnatevi difetti che non avete, ma lasciate agli altri la possibilità di farsi la giusta idea di voi.

Valutate positivamente ogni nuova conoscenza dandovi il tempo necessario per approfondirla.
Liberatevi dai preconcetti, e accogliete ogni nuova conoscenza come un momento felice di condivisione.

Non abbiate paura di chiedere a una persona con cui vi siete trovati bene di rivedervi.
Se le prime conoscenze non dovessero andare a buon fine, non abbattetevi.
Oltre alla fortuna, che gioca sempre un ruolo fondamentale, capiteranno sempre nuove occasioni.

La casa di riposo Domus Santa Rita

L’obiettivo della Casa di Riposo Domus Santa Rita è quello di stimolare le capacità cognitive e creative di ogni anziano, di favorire la socializzazione e di consolidare la fiducia degli ospiti nei confronti di se stessi e degli altri.

I servizi comprendono anche attività complementari, quali gite, momenti di incontro e convivialità a tema.
Nei diversi periodi dell’anno e le festività di Natale, Pasqua e Ferragosto, Domus Santa Rita organizza, inoltre, iniziative a tema, adatte alle circostanze.

Per ulteriori informazioni sulla nostra struttura e le attività ricreative offerte, contattaci o vieni a trovarci!

Linee guida per la sana alimentazione degli anziani.

È fondamentale per tutti seguire una dieta sana ed equilibrata, ma soprattutto con l’avanzare dell’età diventa più importante che mai, in quanto le esigenze alimentari cambiano con l’età.

Dobbiamo dire prima di tutto che per predisporre un piano alimentare sano e adatto alla vecchiaia è sempre meglio chiedere la consulenza di un biologo nutrizionista o di un dietologo.

La complessità dell’organismo di un anziano ed il rischio di malnutrizione è più alto che negli adulti.
Le esigenze energetiche e minerali di un anziano, infatti, sono molto diverse.

Inoltre si deve considerare che il fabbisogno di sostanze è il relazione anche alle eventuali patologie preesistenti (diabete, rendi indeboliti, irritabilità dell’apparato intestinale, salute dello stomaco).

Tuttavia, in linea generale, ci sono delle linee guida che possono aiutare a mantenere un’alimentazione equilibrata.

Quali cibi scegliere?

Alla base di un buono stato di salute prima di tutto bisogna porre estrema attenzione all’assunzione di acqua che dovrebbe arrivare ad almeno 1,5 litri al giorno.

Il pasto principale può essere costituito da pane, pasta riso, farro, orzo.
Gli anziani però non dovrebbero mai fare pasti troppo abbondanti, ma fare più pasti di piccole quantità.

Parallelamente agli alimenti come il pane, la pasta ed i celerali si deve dare ugualmente importanza al frutta e verdura che vanno ad integrare l’assunzione di acqua e sostanze minerali.

In ultimo vanno assunte con continuità le proteine provenienti dalla carne, dal pesce, dalle uova e dai formaggi freschi.

L’alternativa alle proteine della carne, lo abbiamo detto, sono i legumi come fagioli, lenticchie, piselli e ceci.

Di questi alimenti è indispensabile riuscire a fare un mix equilibrato.
Una dieta equilibrata, infatti, con un mix di frutta, verdura, cereali integrali e legumi aiuta gli anziani a sentirsi più vitali e in definitiva più sani.

Una buona idea è anche quella di bere il latte che contiene proteine, calcio e acqua.
Il calcio, in particolare, va a integrare quello che gli anziani perdono con l’osteoporosi per il normale decadimento fisiologico.

Come integrare le insalate.

È bene introdurre nella dieta di un anziano un’ integrazione di proteine derivanti dalle noci e dai semi.
Questi, per altro, si posso aggiungere anche alle insalate.
Le diete a base di insalate, infatti, pur essendo molto sane tendono ad essere povere di proteine e potassio
Per questo è utile integrarle con frutta secca e legumi.

Gli alimenti da evitare.

Sale da cucina: quando si preparano i pasti per gli anziani si può rinunciare a fare uso del sale da cucina infatti gli alimenti, specie le verdure, contengono sufficiente sodio per soddisfare il fabbisogno quotidiano dell’anziano.

Zucchero: soprattutto nei diabetici, è importante stare attenti agli zuccheri raffinati presenti maggiormente nei dolciumi, che vanno quindi limitati.

Burro e margarina: vanno sostituiti quando possibile, con l’olio extravergine d’oliva, che può essere introdotto nei pasti principali.

 

Una valida opzione per assicurarti che il tuo caro rispetti una dieta corretta, è rivolgersi ad una casa di riposo.
L’importante però, è controllare che la struttura scelta includa anche la pianificazione dei pasti.
Questo risolve due importanti incombenze della vita quotidiana.
Ad esempio: fare la spesa secondo le necessità della dieta, trovare i prodotti giusti e la preparazione dei pasti.

Domus Santa Rita, compreso nella retta di base, offre il servizio di cucina personalizzata rivolta a tutti gli anziani affetti da patologie.
Contattaci per maggiori informazioni!

Lamentele degli anziani: come gestirle al meglio?

Sicuramente, quando ci si prende cura di una persona anziana, le lamentele e i conflitti possono ostacolare ed influenzare negativamente la relazione.
È innegabile il fatto che, con l’avanzare dell’età, si assista ad una riduzione della flessibilità mentale.

Molto spesso, infatti, gli anziani appaiono come persone chiuse, molto rigide.
Dicono quello che pensano, non preoccupandosi di come viene detto, si indignano oltre misura, criticano e spesso fanno di tutto per arrivare al conflitto anche per le piccole cose.

Le cause di questa condizione possono essere influenzate da diversi fattori.
Il primo tra tutti è sicuramente la presenza di patologie.

Il ruolo delle patologie

Bisogna considerare le patologie tipiche dell’invecchiamento e le patologie che nell’invecchiamento hanno manifestazioni peculiari.

Soprattutto in caso di demenza, non è raro un aumento dell’aggressività dovuta all’insorgere di disturbi comportamentali.
Lo stato di confusione, misto a paura e continua agitazione  è caratteristico di questa patologia, che può sfociare in manifestazioni aggressive ogni qualvolta il soggetto si senta minacciato.

Quindi, nell’invecchiamento si assiste ad un radicale cambiamento della persona.
L’anziano diventa più solitario, predilige le persone e le cose che gli piacciono, ignorando ciò che non piace e che può creare emozioni negative.

Come gestire le lamentele e gli atteggiamenti aggressivi di un anziano?

Affrontare questa situazione rappresenta una dura sfida, ma ci sono dei piccoli consigli che possono aiutare a gestirla nel miglior modo possibile.

  • Ascoltare.
    Le persone anziane avvertono la solitudine e hanno necessità di parlare con qualcuno.
    Puoi scegliere un argomento di conversazione che stimoli il loro interesse e chiacchierare con loro.
  • Offrire aiuto.
    I cambiamenti affrontati da un anziano in una qualche misura influenzano l’efficacia delle sue azioni nella quotidianità.
    Offrire il tuo aiuto, senza sostituirti, ma suggerendo dei metodi alternativi, può contribuire a farlo sentire meglio.
    È importante non sostituirsi in quanto ciascuno di noi nutre un forte bisogno di sentirsi competente.
    Per questo, è consigliabile focalizzarsi sul processo e non sul risultato, evitando paragoni su abilità che prima la persona possedeva e ora non più.
  • Soluzioni alternative.
    Di fronte ad una lamentela, proponi soluzioni alternative che possano alleggerire il carico emotivo dell’anziano. Anche gli anziani hanno bisogno di una percezione di controllo e di sentire di poter padroneggiare una situazione.
  • Promuovere l’autonomia.
    Come già detto, è fondamentale conservare il più possibile l’autonomia dell’anziano.
    Per questa ragione è bene trovare delle attività adeguate, che possono farlo sentire all’altezza dello svolgimento.

Quando però il carico diventa troppo pesante da sostenere, la soluzione migliore è quella di rivolgersi a professionisti del settore, in modo da tutelare la salute dell’anziano e l’armonia del rapporto tra i familiari.

Domus Santa Rita dispone di personale altamente qualificato, educato e presente, ma soprattutto dotato di grande sensibilità e capace di instaurare con l’anziano un vero e proprio rapporto affettivo, fatto di vicinanza, sicurezza, di calore umano.

Contattaci per conoscere tutte le informazioni sui nostri servizi.

Anziani ed emarginazione

Sono sempre più preoccupanti i dati che emergono riguardo l’emarginazione degli anziani.
Complice nell’aggravare questa condizione, sicuramente la pandemia da COVID-19, che ci ha costretti a prendere le distanze dai nostri cari, con lo scopo di proteggerli.

Come sottolineano numerosi studi, la mancanza di un adeguato supporto sociale alimenta negli anziani la sensazione di solitudine aumentando così il rischio di sviluppare un disturbo depressivo.
La depressione è sì “il cancro dell’anima” ma è anche una patologia che oltre a generare ansia sociale, porta a disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi neurocognitivi.

Per la salute fisica vi sono rischi quali ipertensione, disturbi del sonno e deficit del sistema immunitario.
Può capitare che, conseguentemente, l’anziano adotti abitudini malsane, quali consumo di alcol e fumo.

La solitudine negli anziani inoltre è associata allo sviluppo di patologie cardiovascolari e all’insorgenza di diabete mellito.
Gradualmente gli anziani soli possono perdere interesse per il cibo e per la cura del proprio aspetto e della propria salute.

Infine, recenti studi hanno dimostrato che un persistente stato di isolamento può raddoppiare il rischio di sviluppare una demenza o l’Alzheimer.

Le possibili soluzioni

Ovviamente ogni forma di depressione comporta la necessità e l’aiuto di specialisti, di psicoterapeuti e geriatri.
Tuttavia, ci sono anche altri aspetti da prendere in considerazione.
Per combattere la solitudine è necessaria la presenza.
Presenza che oggigiorno può esservi anche con chiamate giornaliere o videochiamate.
Presenza legata allo sprono degli interessi anche semplicissimi, come una partita a carte.

Da ciò si comprende l’importanza di riunirsi in un gruppo per tornei di carte, per cucire o cucinare assieme, per praticare passeggiate all’aria aperta o una sana lettura tramite club del libro.

Domus Santa Rita

L’obiettivo della Casa di Riposo Domus Santa Rita è quello di stimolare le capacità cognitive e creative di ogni anziano, di favorire la socializzazione e di consolidare la fiducia degli ospiti nei confronti di se stessi e degli altri.

I servizi comprendono anche attività complementari, quali gite, momenti di incontro e convivialità a tema.
Nei diversi periodi dell’anno e le festività di Natale, Pasqua e Ferragosto, Domus Santa Rita organizza, inoltre, iniziative a tema, adatte alle circostanze.

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L’ Alzheimer: una condizione che colpisce 55 milioni di persone nel mondo.

Ogni 3 secondi, nel mondo si registra un nuovo caso di demenza. Si tratta di una condizione che colpisce oltre 55 milioni di persone e la forma di demenza più comune è quella dell’ Alzheimer.

Spesso i termini “demenza” e “Alzheimer” vengono erroneamente utilizzati come sinonimi, ma esiste una differenza basilare.
La prima è un’espressione più ampia, usata per descrivere le condizioni causate da lesioni cerebrali o malattie che influenzano negativamente la memoria, il pensiero e il comportamento.
L’Alzheimer, invece, è una malattia specifica a decorso cronico e progressivo e rappresenta, come già detto, la causa più comune di demenza.

L’ Alzheimer

Questa patologia, prende il nome dal neuropatologo Alois Alzheimer, che nel 1907 ne descrisse per primo le caratteristiche.
Il suo studio si concentrava su soggetti che presentavano un tessuto cerebrale con riduzione delle cellule nervose e placche senili visibili anche a occhio nudo.
Si è potuto, quindi, osservare come la malattia di Alzheimer si evolve distruggendo lentamente le cellule del cervello.
Ciò provoca un deterioramento irreversibile di tutte le funzioni cognitive fino a compromettere l’autonomia e la capacità di compiere le normali attività quotidiane.

I sintomi

I sintomi possono essere di diverso genere e variare da persona a persona.
Sicuramente, tra i sintomi più diffusi, che rappresentano i primi segnali di allarme, ritroviamo la perdita della memoria.
Nello specifico, possono verificarsi anche deficit di linguaggio, nel riconoscimento di oggetti e disorientamento spaziale e temporale.
Questa condizione rende, chiaramente, difficoltosa l’esecuzione delle attività quotidiane in autonomia.

Altri sintomi molto comuni possono essere di tipo comportamentale come agitazione, ansia e depressione che con il tempo vanno ad aggravarsi.

I fattori di rischio

Possiamo individuare due tipologie di fattori di rischio: “modificabili” e “non modificabili”.

Per fattori non modificabili, intendiamo l’età (poiché dopo i 65 anni c’è una maggiore predisposizione), la storia familiare e la genetica.

Per fattori di rischio modificabili, invece, intendiamo tutte le dinamiche che, se controllate, possono essere collegate ad un minor rischio di peggioramento cognitivo.
Tra questi c’è lo stile di vita: fumo, alcol, carenza di vitamine, scarsa attività fisica o altre attività di svago (fisiche, mentali e sociali), una bassa scolarità e uno stile alimentare poco sano.

L’impatto sulla famiglia

Si può dire che l’Alzheimer non colpisca mai una sola persona ma un’intera famiglia.
Infatti, a causa della complessità della malattia e del suo carattere degenerativo, la famiglia di chi ne è affetto può risentirne duramente.

Con il passare del tempo, il malato avrà necessità di un’assistenza sempre più intensa e persistente.
I familiari dovranno, quindi, pianificare le modalità di sostegno più appropriate, organizzare il tempo da destinare alla sua sorveglianza, alla sua cura e conciliare il tutto con gli altri impegni familiari e di lavoro.

Un altro aspetto su cui focalizzare l’attenzione è anche il fattore psicologico dei familiari che sono chiamati a gestire il malato.
Un esempio è la sofferenza derivata dalla dolorosa sensazione di star perdendo una persona che fino a poco tempo prima rappresentava un pilastro della famiglia.

Chiedere assistenza

Quando in famiglia esistono casi di malattie degenerative, non si pensa immediatamente ad un aiuto esterno, magari di una casa di riposo, perché tale decisione spesso si configura come una scelta di abbandono.

Pur di assistere domiciliarmente i proprio cari, infatti, le famiglie vanno ben oltre le loro effettive possibilità, generando un disagio e una frustrazione sempre maggiori, tanto per il caregivers quanto per il malato stesso.

Oggi, esistono tante strutture residenziali per anziani con efficaci programmi di accoglienza e con un personale preparato e attento a tutte le esigenze del degente.

Presso queste strutture è possibile trovare un aiuto valido e professionale, che può rendere l’ingresso all’anziano meno traumatico e più sereno.

Presso la casa di riposo Domus Santa Rita, ad assistere gli ospiti vi è un personale altamente qualificato, educato e presente, ma soprattutto dotato di grande sensibilità e capace di instaurare con l’anziano un vero e proprio rapporto affettivo, fatto di vicinanza, sicurezza, di calore umano.

 

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Intolleranza al lattosio: una condizione che colpisce tutte le fasce d’età.

Causata dal malassorbimento nel nostro organismo per mancanza di un enzima, l’intolleranza al lattosio è tra le intolleranze alimentari più frequenti.
È un disturbo che può colpire tutte le fasce d’età: dai bambini agli adulti fino agli anziani.

Si verifica essenzialmente in caso di deficienza di lattasi, l’enzima in grado di scindere e digerire il lattosio.

A seguito del consumo di latticini o altri alimenti contenenti lattosio in quantità più o meno rilevante, chi ne soffre potrebbe andare incontro principalmente a sintomi come:

  • dolori addominali:
  • gonfiore;
  • meteorismo;
  • diarrea;
  • stitichezza.

L’intolleranza al lattosio non è una condizione grave, ma richiede di limitare, o evitare del tutto, il consumo di alimenti che lo contengono.
Considerando che questa categoria di alimenti è più vasta di quanto si possa pensare, spesso nasce sconforto e frustrazione in quanto il regime alimentare va adattato secondo queste limitazioni.

I servizi di Domus Santa Rita

Per questa ragione, la casa di riposo Domus Santa Rita presta particolare attenzione a tutte le esigenze di ogni ospite.

A richiesta e per specifiche necessità la Direzione prende in esame richieste di servizi specifici e ad hoc.

In particolare, Domus Santa Rita offre il servizio di cucina personalizzata rivolta a tutti quegli anziani affetti da varie patologie, tra cui le intolleranze alimentari.

Contattaci per maggiori informazioni!

comunicare con un malato di Alzheimer

Riserva cognitiva: perché è importante tutelarla?

I miglioramenti nello stile di vita e nella qualità delle cure mediche, hanno determinato una progressiva crescita del numero degli individui nella fascia più anziana della popolazione.
Di pari passo, però, è aumentata anche l’incidenza delle malattie neurodegenerative correlate all’età.

Sono, infatti, sempre più richieste le terapie non farmacologiche nel trattamento delle demenze.
Nello specifico, l’approccio non farmacologico, sfrutta la riserva cognitiva e le potenzialità residue della persona con demenza, con l’obiettivo di stimolare e attivare quelle funzioni cognitive non completamente deteriorate.

La riserva cognitiva è la capacità del nostro cervello di far fronte attivamente ai cambiamenti dovuti all’età o ad un danno cerebrale.

Mantenere un corretto stile di vita e impegnarsi in attività cognitivamente stimolanti, aiuta a sviluppare positivamente la riserva cognitiva di ciascuno di noi.

Perché è importante la riserva cognitiva?

Nel corso degli anni sono stati effettuati vari studi a riguardo.
In particolare, sono stati presi come esempio due pazienti con la stessa diagnosi.
Quello con una maggiore riserva cognitiva, tollererà più a lungo una lesione anche molto più grave, prima che siano evidenti i segni della compromissione cerebrale.
Da qui, nasce l’importanza di incrementare la riserva cognitiva, mantenendola in costante allenamento.

Se la demenza è caratterizzata da una progressiva perdita delle funzioni cerebrali, ha senso allenare il cervello?

Gli studi scientifici hanno mostrato evidenze positive di più cicli di trattamento all’interno di un anno.
Ovviamente, nel paziente con demenza, non sarà possibile ripristinare le abilità cognitive e comportamentali che sono state perse.
Tuttavia, si potrà rallentare la perdita delle capacità cognitive e delle attività della vita quotidiana non ancora intaccate dalla malattia.

Durante il trattamento, i compiti saranno assegnati seguendo il principio della gradualità.
È importante assegnare compiti che non risultino né troppo semplici, né troppo difficili.
Il giusto equilibrio consiste nel proporre esercizi che il malato è ancora in grado di svolgere, per poi procedere con esercizi più semplici con il progredire della malattia.

Cos’è la stimolazione cognitiva?

La stimolazione cognitiva implica il coinvolgimento del paziente in compiti che riguardano la quotidianità con il fine di stimolare genericamente l’attività mentale.
Lo scopo sarà quello di rallentare il più possibile la perdita delle capacità cognitive per mantenere un buon funzionamento nelle azioni di vita quotidiana.
Le attività proposte includono la somministrazione e la ripetizione di esercizi specifici, ma possono includere anche metodi di compensazione come l’utilizzo di strategie e ausili.

Le attività da proporre.

  • Terapia della Reminiscenza: un intervento riabilitativo nel quale il ricordo diventa lo strumento principale per stimolare le risorse mnesiche residue e per favorire il recupero di esperienze emotivamente.
    Inoltre, l’utilizzo di questa tecnica contribuisce a prevenire il processo di disintegrazione della personalità. Infatti attraverso un allenamento mentale sarà possibile arricchire i propri ricordi e facilitare gli aspetti relazionali.
  • Terapia di Orientamento alla Realtà (ROT): un intervento finalizzato a riorientare il paziente rispetto a sé, alla propria storia e all’ambiente circostante.
    Ha l’obiettivo di modificare comportamenti disfunzionali, migliorare l’autostima del paziente e ridurre la tendenza all’isolamento.
    Attraverso stimolazioni multimodali (verbali, visive, scritte, musicali), si rafforzano le informazioni di base rispetto alle coordinate spazio- temporali dell’ambiente di vita.
  • Training cognitivo: una parte del processo riabilitativo che mira all’esercizio delle funzioni cognitive attraverso l’utilizzo di compiti specifici.
    Il training si basa sul concetto secondo cui il cervello abbia la capacità di modificarsi in risposta alle stimolazioni ambientali.
    La pratica ripetuta di specifiche abilità cognitive può, quindi, guidare il cervello nella riorganizzazione delle funzioni, compensando le abilità perse a causa della lesione o supportando le abilità preservate.

Domus Santa Rita

Scegliere una struttura adeguata per l’assistenza del tuo caro, è fondamentale per permettergli di mantenere una buona qualità di vita.

La proposta delle attività ricreative da svolgere all’interno della casa di riposo Domus Santa Rita nasce principalmente a seguito di uno studio meticoloso dei bisogni che emergono da ciascun anziano.

L’obiettivo è quello di stimolare le capacità cognitive e creative di ogni anziano, di favorire la socializzazione e di consolidare la fiducia degli ospiti nei confronti di se stessi e degli altri.

I servizi comprendono anche attività complementari, quali gite, momenti di incontro e convivialità a tema.
Nei diversi periodi dell’anno e le festività di Natale, Pasqua e Ferragosto, Domus Santa Rita organizza, inoltre, iniziative a tema, adatte alle circostanze.

Per ulteriori informazioni sulla nostra struttura e le attività ricreative offerte, contattaci o vieni a trovarci!