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Caregivers, non abbandonateci nella lotta all’Alzheimer

Caregivers, sorge l’appello da parte di chi, con la malattia, vive quotidianamente.

Il morbo di Alzheimer è attualmente un fenomeno enorme, che si ingigantisce con l’aumentare dell’invecchiamento generale della popolazione. Le statistiche, infatti, parlano ben 135 milioni di persone affette da demenza (il cui 50- 60% sono casi di Alzheimer).
Solo in Italia, ad oggi, vi sono circa 1,2 milioni di malati, un dato che oltre ad essere umanamente doloroso rappresenta anche una spesa considerevole per lo stato: circa 38 miliardi di euro.
Questi dati, inoltre, escludono tutte le persone non colpite direttamente dalla malattia ma che si dedicano all’assistenza e alla tutela dei malati di alzheimer. Sono proprio queste persone, in numero non indifferente, a chiedere di non essere lasciate a sé stesse, proponendo al ministero di stanziare dei fondi specifici.

«Il supporto medico è ovviamente necessario, ma lo sono anche quelli psicologico e legale per i parenti. Che invece si trovano da soli, anche se noi associazioni diamo un aiuto» afferma in proposito Possenti della Federazione Alzheimer, la maggiore organizzazione nazionale non profit dedicata al tema e formata in prevalenza da familiari di persone con demenza. Perché la ricerca della «pillola magica per la cura è importante – sottolinea – ma lo è di più il sostegno concreto sull’oggi. In Italia dal 2015 esiste un Piano demenze ben fatto, ma come la nostra Costituzione – sottolinea – l’importante è che sia applicato. E qui si cade, perché non prevede finanziamenti, che invece servono, e deve essere implementato a livello regionale».

I finanziamenti andrebbero infatti a sostenere concretamente le famiglie per quanto concerne l’assistenza, l’organizzazione dei servizi e la gestione del malato. Se pensiamo infatti alle onerose spese in farmaci, strutture, e all’eventualità per nulla remota che uno dei familiari sia costretto a tagliare o ad eliminare l’opportunità di un lavoro a fini assistenzialistici, gli assegni di accompagnamento ad ora disponibili risultano quasi irrisori a fronte del problema.

Più finanziamenti, più attenzione, più cura per un problema che sta assumendo dimensioni fin troppo importanti per essere ignorato. Questo l’appello dei coraggiosissimi caregivers.