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arteterapia per anziani

Arteterapia per anziani

L’arteterapia per anziani può portare notevoli vantaggi al benessere psicologico ed emotivo dell’individuo.

I cambiamenti determinati dall’ingresso in una casa di cura possono rappresentare per l’anziano un momento difficile e complicato da affrontare. La perdita delle abitudini domestiche, della vicinanza dei propri cari, dell’intimità della propria abitazione si associa all’ingresso in una struttura tendenzialmente ospedalizzata, in cui può sembrare difficile sentirsi a proprio agio. Tutto ciò può portare l’anziano a sperimentare situazioni di ansietà, malessere, isolamento e disagio, che è possibile risolvere soltanto attraverso una calorosa accoglienza e attraverso la creazione di un ambiente confortevole e comprensivo.
L’arteterapia per anziani può rappresentare una soluzione ideale per coloro che hanno bisogno di stimoli efficaci per sentirsi attivi all’interno della comunità e per esprimere la propria interiorità facendo leva sulla propria vena creativa. Tale tecnica è particolarmente utile nella riabilitazione, in quanto opera sul senso di identità e nel recupero della memoria e della manualità, stimolando entusiasmo ed autostima contro la depressione. Si tratta di un’attività che permette all’anziano di condividere un’esperienza con altre persone, permettendogli quindi di socializzare e di mettersi nuovamente in gioco con i propri interessi.
L’esercizio artistico non ha la finalità di far acquisire competenze tecniche o risultati estetici, ma è importante in quanto attività che consente all’individuo di esprimersi e di armonizzare la sua vita interiore con il mondo esterno, grazie allo sviluppo dei sensi e della percezione.
I risultati ottenuti dall’arteterapia dimostrano come il benessere degli anziani non si ferma all’aspetto puramente fisico, ma molto peso va dato alla sfera emotiva e relazionale. Grazie all’arteterapia, ogni anziano potrà stimolare le proprie facoltà cognitive e allo stesso tempo dare sfogo alla propria interiorità, realizzando qualcosa di soddisfacente e produttivo.
Non è semplice avvicinare gli anziani all’attività artistica, a causa di inibizioni e insicurezza, ma una volta che l’anziano avrà imparato a lasciarsi andare e ad esprimersi liberamente attraverso forme e colori, potrà sperimentare un’esperienza gratificante e divertente, un vero e proprio toccasana per il suo animo ancora ricco di vita e di emozioni da condividere.

personale di casa di riposo

Personale di Casa di riposo Domus Santa Rita

Il personale di casa di riposo Domus Santa Rita è scelto per le sue qualità di professionalità, gentilezza, disponibilità e ascolto.

Le case di riposo sono spesso percepite dagli anziani come luoghi di spersonalizzazione, luoghi in cui tendono a sentirsi abbandonati dai propri cari e familiari. Oggi, grazie all’impegno e alla passione del personale di casa di riposo che opera nel settore, questo falso mito è stato sfatato e le case di riposo rivalutate: non più luoghi di abbandono ma ambienti ricchi di vita e di esperienze nuove, dove gli anziani possono godere appieno delle loro giornate e dei loro hobbies, inserendosi in una comunità che offre ancora delle opportunità e che porta alla costruzione di nuove relazioni sociali.
Per un anziano è fondamentale sentirsi parte di un ambiente stimolante e ricco di vita, ma è altrettanto importante, per i familiari, la garanzia di un luogo sicuro e affidabile e di un personale attento e professionale, a cui affidare il proprio caro.
In ogni casa di riposo, infatti, bisogna garantire prima di tutto la presenza di figure professionali e qualificate in relazione alle necessità dei propri ospiti. Si tratta di un ruolo di grande responsabilità, per cui non basta essere precisi e puntuali, perché affine soltanto a chi è dotato della giusta sensibilità e del tatto necessario per interagire con gli anziani. E’ un impiego che implica delicatezza, positività, capacità di ascolto, ma soprattutto necessita di una innata dedizione per il prossimo.
Domus Santa Rita conosce l’importanza di un personale garbato e disponibile, ed è per questo che lo staff che opera al suo interno risponde a tutti i requisiti richiesti da chi ha a cuore il proprio caro e desidera affidarlo a persone in grado di comprenderlo e di rispettarlo. Il personale di casa di riposo Domus Santa Rita, oltre ad offrire un servizio di grande qualità, garantiamo il massimo rispetto e considerazione per i vostri anziani, che verranno accolti in un ambiente amorevole e familiare, ricco di persone disponibili e pronte ad offrire tempo, ascolto e dedizione.

malato di alzheimer

Migliorare la qualità della vita di un malato di Alzheimer

La vita di un malato di Alzheimer è piena di difficoltà e di ostacoli, capaci di compromettere anche i più semplici gesti quotidiani e quindi la propria stessa
indipendenza.

La perdita della propria autonomia è certamente la conseguenza più grave di questo terribile morbo, che porta il malato all’incapacità, parziale o totale, di pendersi
cura di sé, della propria igiene e dei propri bisogni primari.

Questa condizione è particolarmente dura non soltanto per il malato, ma finisce col ripercuotersi anche sulla vita dei suoi
familiari.

Purtroppo, ad oggi non è chiaro quali siano le cause precise per cui il morbo di Alzheimer si manifesta, dunque non è ancora possibile giungere alla sintetizzazione di una
cura efficace, malgrado i progressi della ricerca scientifica.

Tutto quello che si può fare, quando si ha un caro affetto da Alzheimer, è cercare di rendere la loro vita più agevole e
serena possibile.
Ma come si fa a migliorare la qualità della vita di un malato di Alzheimer?
Alcune ricerche scientifiche hanno appurato che l’approccio più efficace per far si che il malato riesca a gestire individualmente alcune delle attività quotidiane di base è quello
orientato al compito: il paziente viene guidato da una persona competente all’apprendimento di una specifica abilità e portato a ripeterla più volte, fino all’acquisizione completa.
E’ fondamentale, in questo frangente, che l’assistente sia ben formato, che conosca le migliori strategie da attuare a seconda del grado di malattia del degente, e che instauri un
buon rapporto l’assistito, inserendosi nel suo ambiente e prendendo in considerazione tutti gli aspetti familiari e sociali che lo caratterizzano.
Per ulteriori consigli su come migliorare la qualità della vita del malato di Alzheimer, clicca qui.

comunicare con un malato di Alzheimer

Come comunicare con un malato di Alzheimer

Comunicare con un malato di Alzheimer non è facile, ma con l’aiuto di professionisti è possibile migliorare il contatto con il nostro caro!

Assistere un malato di Alzheimer è una responsabilità che implica non soltanto il prendersi cura dei bisogni primari del degente, ma anche imparare a farsi ascoltare e a comunicare.
Il dialogo con una persona affetta da Alzheimer è infatti non solo possibile, ma anche importante per affrontare con il giusto spirito la malattia.
Per “comunicare” non si intendono solo parole, ma anche l’espressione, la gestualità, il tono della voce… Anzi, con l’aggravarsi del morbo, la comunicazione non verbale diventa preponderante, quindi è necessario imparare ad esprimersi e a comprendere chi non è più in grado, con grande frustrazione, di usare il linguaggio verbale in modo corretto.
Esortando il malato a comunicare, contribuiremo a farlo sentire meno solo e lo porteremo a stimolare le sue capacità residue, così da mitigare gli effetti della malattia, rendendo migliore la qualità della vita.
Nei casi meno gravi, il degente ha lievi vuoti di memoria: fa fatica a ricordare nomi di persone vicine, impiega tempo per trovare le parole giuste per esprimersi, il suo discorso diventa a volte incoerente, frammentario, spesso smette di parlare senza aver terminato il concetto. In questi casi, cerchiamo innanzitutto di non interromperlo né di anticiparlo nel parlare, ma rispettiamo i suoi tempi; solo se presenta difficoltà notevoli, possiamo suggerirgli la parola giusta. Accettiamo i giri di parole, i salti da un argomento all’altro, magari cercando di reindirizzarlo senza farglielo notare troppo.
E’ utile fare spesso una lettura ad alta voce insieme al malato, per stimolare le capacità comunicative e, perché no, anche per concedersi un momento di discussione e condivisione.
Imparare ad ascoltare con rispetto non basta: affinché la persona affetta da Alzheimer si senta a proprio agio, bisogna semplificare il nostro linguaggio ed essere più diretti e precisi anziché utilizzare modi di dire, deduzioni, domande indirette ecc.
Esistono altri casi, poi, nei quali il malato presenta difficoltà più visibili: parla di meno ed è meno espressivo, i suoi discorsi si fanno vuoti e inconsistenti, e le parole utilizzate sono spesso ripetitive.
In questo frangente, per comunicare con un malato di Alzheimer è necessario essere il più comprensivi possibile ed essere pronti a ripetere più volte domande e affermazioni che il malato potrebbe non aver capito o dimenticato. Può capitare che la persona affetta da Alzheimer si innervosisca e alzi la voce; in questo caso è nostro dovere cercare di placarlo mantenendo un tono calmo e rassicurante.
Non correggetelo, se riuscite a capirlo: intervenite solo se il senso del suo discorso vi sfugge.
Nei casi più gravi, il malato parla solo se stimolato, spesso ripetendo le parole immediatamente ascoltate, non è più capace di leggere o di scrivere, raggiunge un’inespressività quasi totale e si esprime solo attraverso gestualità e suoni privi di senso compiuto. Molti temono che a questo punto la comunicazione sia irrimediabilmente compromessa, tuttavia il malato è ancora in grado di percepire i nostri sentimenti e il nostro atteggiamento non verbale, dunque non arrendiamoci!
Rispettiamo, come sempre, i suoi tempi e cerchiamo di coinvolgerlo spesso nelle nostre attività, mettendo in risalto i suoi successi; come prima, evitiamo di correggerlo, se il messaggio è complessivamente chiaro; infine, non manchiamo mai di rassicurarlo e cerchiamo di non assumere mai un atteggiamento irritato o spazientito. In questa fase è fondamentale la gestualità e l’espressività, per permettere al malato di comprendere con più chiarezza i nostri messaggi.
Insomma, comunicare con un malato di Alzheimer è cosa non facile e richiede molto tatto e pazienza, ma ciò che conta è non arrendersi all’incomunicabilità: nonostante le difficoltà, ci sono ancora tante cose che un malato di Alzheimer può donarci: un aneddoto familiare, una foto, un giornale… basta cominciare da qualcosa di semplice per vedere aprirsi un mondo che non verrà mai completamente cancellato dalla malattia, se noi vogliamo impedirlo.