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Insieme ai malati di Alzheimer invecchiano anche i caregivers

Malati di Alzheimer in Italia: la loro condizione influenza anche i familiari.

Il nostro paese è il più longevo d’Europa: se da un lato è bello sapere che gli italiani vivono più a lungo, dall’altro non si può non pensare al problema Alzheimer.
sono circa 600.000 i malati di alzheimer soltanto in Italia e, in vista di un ulteriore invecchiamento della popolazione, è un numero destinato ad aumentare.
Ad invecchiare, però, non sono soltanto i malati: l’età media di un individuo affetto da Alzheimer è ora di 78-79 anni (73 nel 1999), mentre l’età dei caregivers slitta dai 53 anni del 1999 ai 59 anni di oggi! Inoltre, i caregivers dedicano al proprio malato mediamente 4 ore al giorno di assistenza diretta e 10 ore di sorveglianza: tali numeri impongono necessariamente la condizione di disoccupazione del caregivers, che non potrebbe altrimenti permettersi di curare il malato nell’arco della giornata.
Ma un individuo che si sta affacciando alla terza età può permettersi un tale dispiego di energie ed una responsabilità simile nei confronti di un malato?
La condizione degli attuali caregivers, infatti, ha delle ripercussioni notevoli anche sulla salute fisica e psicologica, specialmente nel caso delle donne: l’80,3% accusa stanchezza, il 63,2% non dorme a sufficienza, il 45,3% afferma di soffrire di depressione, il 26,1% si ammala spesso.
La medicina sta compiendo passi da gigante nello sforzo di trovare una cura efficace contro questo insidioso morbo, tuttavia non bisogna nemmeno dimenticare chi spende la propria vita nell’assistenza ai malati.
La Domus Santa Rita è una struttura specializzata e attrezzata per prendersi cura nella maniera più adeguata dei malati di Alzheimer. L’ambiente che si respira nella nostra casa di riposo non è ospedaliera, come in molte tristi realtà, ma accogliente e familiare, ricca di stimoli e di un personale altamente qualificato che sarà a completa disposizione del vostro caro. Gentilezza, affabilità, rispetto e conforto non mancano mai alla Domus Santa Rita.
Visita la nostra struttura o chiedi informazioni al numero: 06 913423 .
Ti aspettiamo!

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Alzheimer, il dramma dei caregivers

Il mondo sta invecchiando: è ciò che emerge dagli ultimi studi, che offrono un quadro sempre più sconsolato della situazione non soltanto italiana ma di tutto il mondo.
Nel nostro paese, il più longevo d’Europa, gli affetti dal morbo di Alzheimer sono circa 600mila e si tratta di un numero destinato a crescere: secondo l’Adi (Alzheimer’s Disease International) la stima è che nel 2015 ci siano stati nel mondo 9,9 milioni di nuovi casi, uno ogni 3,2 secondi, il 30% in più rispetto al 2010.
L’aumento dei casi e dell’incidenza del morbo di Alzheimer conduce necessariamente ad un impatto sempre più gravoso sulle famiglie, che si trovano a fronteggiare situazioni di disagio e frustrazione. Spesso, prendersi cura di un malato di Alzheimer comporta non poche problematiche in altri aspetti della vita dei cosiddetti caregivers, costretti a dividersi tra il lavoro e la cura del malato, rinunciando magari a svaghi ed hobby.
L’età media dei cosiddetti caregiver – coloro che prestano assistenza, spesso appunto familiari – è salita dai 54,8 anni nel 2008 ai 59,2 di oggi. Dedicano ai malati mediamente 4,4 ore al giorno di assistenza diretta e 10,8 ore di sorveglianza.
Ma la drammatica situazione dei caregivers non si esaurisce qui: l’80,3% accusa stanchezza, il 63,2% non dorme a sufficienza, il 45,3% afferma di soffrire di depressione, il 26,1% si ammala spesso.
Tali conseguenze derivano dall’impegno estremamente gravoso che la malattia di Alzheimer comporta, un impegno che, in mancanza di assistenza professionale e preparata, rischia di portare a condizioni di forte tensione, malcontento, infelicità, disagio.
In queste situazioni, la richiesta di aiuto presso una struttura rappresenta la scelta più saggia da fare: in case di cura come la Domus Santa Rita, è possibile trovare un personale altamente qualificato, capace di accogliere ed assistere il tuo caro con sensibilità e professionalità.
Contattaci per ricevere tutte le informazioni di cui hai bisogno!

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Parkinson e Alzheimer, una speranza da nuovi farmaci

Parkinson e Alzheimer, una recente ricerca apre nuove speranze per la lotta contro le malattie neurologiche.
A distanza di quasi un mese dalla giornata dedicata all’Alzheimer, il morbo che nel nostro Paese vede ammalarsi una persona ogni dieci minuti, giunge una notizia ricca di speranza.

Una notizia che potrebbe portare a risultati importantissimi non soltanto nella battaglia contro questa odiosa malattia, ma anche su altri tipi di degenerazione neurologica quali il Parkinson: un farmaco in grado di prevenire e contrastare la morte delle cellule cerebrali.
La notizia giunge dall’Inghilterra e si propone come un punto di svolta nella ricerca di farmaci per il controllo e la prevenzione del morbo di Alzheimer.
La ricerca si basa su delle proteine “piegate male”, che smettono di operare determinando anche la morte di altre proteine fondamentali per il cervello. Questa volta, anziché tentare gli approcci tradizionali, si è cercato di riattivare la produzione di proteine, sbarrando la strada al morbo.
L’effetto positivo del trattamento sulle cavie animali è sorprendente, a detta di Giovanna Mallucci dell’Università di Leicester, a capo della ricerca: i topi trattati erano completamente protetti dalla malattia. Sebbene gli effetti collaterali siano ancora piuttosto duri e il trattamento sia effettuabile solo su cavie animali, le premesse sono molto convincenti. Bisognerà attendere ancora un decennio perché tali risultati possano tradursi sull’uomo, ma tanto basta a infondere nuova speranza sul nostro futuro, che immaginiamo sempre più libero dalla minaccia delle malattie neurodegenerative.