Alzheimer, negli occhi i primi segni visibili della malattia: speranze per diagnosi precoce da visita oculistica

Un nuovo studio statunitense ha evidenziato che il morbo di Alzheimer e il declino cognitivo causano specifiche alterazioni sulla retina. Sarà dunque possibile effettuare un test diagnostico precoce grazie a una semplice visita oculistica.

Una semplice visita oculistica potrebbe aiutare i medici a diagnosticare con precisione e precocemente il morbo di Alzheimer: la ragione risiede nel fatto che la retina, “affacciata” sul sistema nervoso, presenta delle caratteristiche alterazioni in pazienti affetti dalla patologia neurodegenerativa e con declino cognitivo. Tali anomalie sono state osservate anche in persone senza tali disturbi; secondo gli studiosi potrebbero essere un segnale precoce di Alzheimer, i cui sintomi, del resto, si manifestano decenni dopo l’avvio del processo di degenerazione neuronale. La speranza è che si possa arrivare a un test diagnostico standardizzato in grado di identificare il morbo allo stadio iniziale e approntare tutti i percorsi terapeutici in grado di rallentarne il decorso. Ad oggi, purtroppo, si tratta ancora di una malattia incurabile.

Lo studio appartiene ad un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Maxine Dunitz Neurosurgical Research Institute del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Facoltà di Medicina, Salute e Scienze Umane dell’Università Macquarie di Sydney (Australia), dell’European Brain Research Institute (EBRI) di Roma, del Queensland Brain Institute e di altri istituti. Gli scienziati hanno condotto un’approfondita indagine istopatologica e biochimica della retina e dei tessuti cerebrali di 86 donatori deceduti: i campioni sono stati raccolti nell’arco di 14 anni da pazienti con Alzheimer conclamato e vari livelli di deterioramento cognitivo. In questo modo è stato possibile confrontare lo stato patologico dei tessuti e metterlo in relazione con la funzione cognitiva, da normale a gravemente compromessa dall’Alzheimer.

“Il nostro studio è il primo a fornire analisi approfondite dei profili proteici e degli effetti molecolari, cellulari e strutturali dell’Alzheimer nella retina umana e di come corrispondono ai cambiamenti nel cervello e nella funzione cognitiva”, ha spiegato la professoressa Koronyo- Hamaoui. “Questi risultati potrebbero alla fine portare allo sviluppo di tecniche di imaging che ci consentono di diagnosticare l’Alzheimer prima e in modo più accurato e di monitorare la sua progressione in modo non invasivo guardando attraverso l’occhio”. ha chiosato la neurochirurga. Un recente studio ha dimostrato che la comune forma di demenza potrebbe essere diagnosticata anche attraverso un esame del sangue. I dettagli della ricerca “Retinal pathological features and proteome signatures of Alzheimer’s disease” sono stati pubblicati sulla rivista Acta Neuropathologica.