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memofilm

Memofilm, l’uso del cinema contro le demenze

Nonostante i numerosi passi avanti effettuati dalla ricerca negli ultimi anni, attualmente, l’Alzheimer e le altre forme di demenza affliggono ancora milioni di persone in tutto il mondo e le soluzioni farmacologiche e cliniche rappresentano ancora una sfida per la medicina contemporanea, tuttora incapace di fornire una risposta efficace ad uno dei problemi più sentiti della nostra epoca.
Dati gli scarsi risultati, si è cercato parallelamente di realizzare tutta una serie di interventi di tipo non farmacologico, rivolte piuttosto alla cognitività dell’individuo e che si basano su una visione olistica secondo la quale ogni persona si esprime e si realizza in maniera equivalente attraverso il contributo di competenze cognitive, emozionali ed affettive.
Tra i progetti più interessanti troviamo “Memofilm”, nato nel 2008 con la collaborazione tra ASP Città di Bologna e Cineteca di Bologna.
Si tatta di un particolare strumento audiovisivo pensato per il paziente affetto da malattia neurodegenerativa che si propone da un lato di riorientare il paziente rispetto all’ambiente
in cui vive, al tempo della propria storia personale, e dall’altro di contrastare la frammentazione psichica causata dalla malattia, migliorando in questo modo i comportamenti di adattamento.
Grazie alla collaborazione determinante dei familiari dell’assistito e degli operatori sanitari, si ricrea un filmato realizzato con materiali appartenenti all’universo sensoriale, percettivo e affettivo dell’individuo, della durata di circa 15-20 minuti, da sottoporre al paziente quotidianamente. Il filmato dovrebbe produrre stimoli positivi ed utili dal punto di vista cognitivo, ma anche se non sono stati osservate variazioni significative in questo senso nei casi analizzati, importantissimi sono i risultati osservati nell’evoluzione del BPSD (Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia). Si è, infatti, rilevata un’alterazione del punteggio NPI nei soggetti sottoposti alla visione del Memofilm: nella maggior parte dei casi si è assistito ad una diminuzione del punteggio NPI, anche a seguito di un mese di sospensione della visione del Memofilm.
Dodici pazienti su tredici sono stati in grado di riconoscere persone, oggetti e situazioni rappresentate nel Memofilm e il riconoscimento della propria abitazione ha prodotto la cessazione del delirio di fuga in un caso singolo e il miglioramento di comportamenti iterativi e inadeguati in tre casi.
Lo strumento è utile anche per valutare il logoramento psico-fisico prodotto dal BPSD sui caregivers e sulle figure professionali che prestano assistenza ai malati di demenza, che dimostrano nella maggior parte dei casi una riduzione dello stress a seguito della visione del memofilm.
In conclusione, il progetto sembra mostrare risultati prevalentemente positivi e potrebbe aprire altri percorsi capaci di unire arte e scienza e di offrire un contributo importante nell’ambito di problematiche sentite anche dal punto di vista sociale, proprio come nel caso dell’Alzheimer e delle demenze.

Depressione

Depressione, l’anticamera dell’Alzheimer

Tra i disturbi più diffusi della terza età non vi sono soltanto le malattie neurodegenerative, ma anche qualcosa che spesso tendiamo a sottovalutare: stiamo parlando della depressione che, in base ad una ricerca di qualche anno fa, è da considerarsi l’anticamera dell’Alzheimer.
L’insorgere della depressione nell’anziano è determinata da una serie di fattori concatenati, che possono riguardare aspetti sociali, psicologici e biologici dell’individuo. Lutto, riduzione del ruolo sociale, disabilità, ma anche presenza di un dolore fisico continuo, insufficienza circolatoria a livello cerebrale o malattie come diabete e ipertensione: questi sono solo alcuni dei motivi che predispongono l’anziano alla depressione, dunque la diagnosi può presentarsi estremamente complicata in virtù della variabili individuali dei fattori di rischio.
Parte della difficoltà di identificare la depressione nell’anziano è data dal fatto che molti sintomi chiave sono spesso presenti anche nel normale processo di invecchiamento.
Un’attenzione particolare va data al comportamento dell’anziano, che può manifestare una tristezza persistente di due o più settimane e un calo di interesse generale, ma segnali importanti sono dati anche dalle ripercussioni del disturbo sul corpo, che si manifestano con alterazioni dell’appetito, del peso corporeo e del sonno. Inoltre, la depressione senile si manifesta in maniera più intensa rispetto a quella degli adulti giovani, con tendenza a ricadute e alla cronicizzazione due volte più elevata, e nel tempo tendono ad evolvere in vere e proprie demenze, dei quali la depressione spesso non è che uno stadio molto precoce. In base a tali osservazioni, si è ipotizzato che trattando la depressione si possa anche diminuire l’incidenza dei disturbi cognitivi poiché, permettendo all’anziano di recuperare il proprio funzionamento individuale e sociale, vi è uno stimolo sulla plasticità cerebrale e quindi sulle facoltà mentali. I farmaci antidepressivi più recenti si presentano infatti più ricchi rispetto a quelli tradizionali, in quanto non solo aumentano i livelli sinaptici di serotonina ma influiscono anche sui neurotrasmettitori, con conseguente miglioramento dei sintomi cognitivi quali memoria, attenzione e focalizzazione.
Presso la Domus Santa Rita, l’aspetto sociale e psichico dell’anziano è tenuto in grandissima considerazione, e l’ospite è sollecitato, attraverso attività anche collettive, a tenere in
allenamento costante corpo e mente; i farmaci rappresentano soltanto un aiuto a quella che è la vera e propria cura per depressione e per disturbi cognitivi: la vita!

casa di riposo per anziani

Casa di riposo per anziani e spazi comuni

La casa di riposo per anziani Domus Santa Rita dispone di spazi comuni ben attrezzati e in grado di garantire libertà e tranquillità a tutti gli ospiti.

Il dovere primario di una casa di cura per anziani è quello di garantire il benessere e la serenità dei propri ospiti.
E’ fondamentale, per ciascun anziano, avere la possibilità di continuare a coltivare i propri hobbies e i passatempi che fanno parte della loro quotidianità, ma altrettanto importante è riuscire a condividere pacificamente spazi comuni con gli altri ospiti della struttura.
Esistono case di cura in cui gli anziani hanno a disposizione un’unica sala di svago, dove attività diverse possono diventare fonte di disturbo reciproco.
Ciò incide pesantemente sulla serenità e sulla vivibilità della casa di cura e finisce per ripercuotersi sul benessere psicofisico dell’anziano.
E’ dovere degli operatori, quindi, gestire ed organizzare in maniera opportuna gli spazi comuni disponibili, recando l’attenzione e la cura necessari per le esigenze di ciascun ospite della struttura.
Chi desidera un ambiente tranquillo e privo di schiamazzi potrebbe non gradire la condivisione degli stessi spazi con chi, invece, preferisce dedicarsi a qualche gioco o guardare la televisione, e questo è possibile solo nelle migliori strutture, dotate di più sale adibite allo svago dei propri ospiti.
Presso la casa di riposo per anziani Domus Santa Rita offriamo il meglio in questo senso, perché mettiamo al primo posto la serenità e la tranquillità di ogni anziano loro ospite.
Il nostro gentilissimo e cordiale staff è preparato per offrire ai vostri cari tutto il rispetto e la comprensione che meritano, e si impegnano quotidianamente per rendere la casa di cura il luogo accogliente e familiare di cui ogni anziano ha bisogno.
Basta davvero poco per regalare un sorriso e per riempire le giornate di momenti fatti di compagnia e di condivisione: affidati alla professionalità e al calore familiare di Domus Santa Rita, e scoprirai di poterla considerare come una seconda casa per il tuo caro.

casa di cura per Alzheimer

Casa di cura per Alzheimer, perché rivolgersi ad una struttura

Una casa di cura per Alzheimer è un luogo in cui il tuo caro può trovare il sostegno e la professionalità di cui ha bisogno per superare ogni giorno gli insidiosi ostacoli della malattia.

Il morbo di Alzheimer è una delle malattie neurodegenerative più temute e insidiose degli ultimi tempi.
La sua triste fama è dovuta in primo luogo alla mancanza di una cura effettiva e di metodologie di diagnosi sufficientemente attendibili, ma buona parte del disagio dipende anche dalla difficoltà di affrontare e gestire la malattia, non soltanto dal punto di vista di chi ne è colpito in modo diretto, ma anche per quanto concerne la famiglia del malato.
Il ruolo di caregivers non manca di momenti frustranti e difficili, generati inevitabilmente dal senso di impotenza e da tutte le responsabilità che tale impegno comporta, per cui è fondamentale imparare a riconoscere la necessità di rivolgersi ad una struttura specializzata, non soltanto per sé stessi, ma nell’interesse del malato stesso.
La prima difficoltà riscontrata da ogni caregivers, per esempio, consiste nel conciliare la cura al malato con i comuni impegni quotidiani.
Si tende purtroppo a ritenere le case di cura una soluzione estrema, quasi una mancanza di responsabilità da parte della famiglia e si cerca in tutti i modi di prendersi cura del malato in casa propria, con i propri mezzi e a costo di sacrifici non indifferenti.
In realtà, esistono molte strutture perfettamente idonee ad accogliere i malati di Alzheimer, come la casa di cura per Alzheimer Domus Santa Rita, presso la quale i vostri cari saranno assistiti da un personale esperto e qualificato e potranno mantenere una vita più che dignitosa all’interno di un ambiente caloroso e perfettamente attrezzato per ogni evenienza.
La Domus Santa Rita fornisce l’assistenza e le competenze necessarie perché un malato di Alzheimer possa vivere in un ambiente sicuro e controllato, con un staff scelto non solo per abilità ed esperienza ma anche per sensibilità e disponibilità.
Affidarsi alla Domus Santa Rita non è un sinonimo di abbandono, bensì una scelta di profondo amore nei confronti del vostro caro: non abbiate paura di chiedere la nostra assistenza.

alzheimer e perdita della memoria

Alzheimer e perdita della memoria, al lavoro per un farmaco futuro

Alzheimer e perdita di memoria rappresentano tematiche di grande preoccupazione per gli anziani.

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Southampton, l’infiammazione al cervello può avere un ruolo centrale nello sviluppo di Alzheimer e perdita della memoria, dunque trattare tale stato infiammatorio può aiutare a combattere il morbo stesso.
E’ su questo risultato che i ricercatori inglesi si sono concentrati, conducendo esperimenti su un particolare agente chimico che sembra essere in grado di ridurre la neuroinfiammazione, con un potenziale effetto positivo sui problemi ed i comportamenti legati al morbo di Alzheimer.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Brain”, è partito con l’osservazione del tessuto di cervelli sani e di cervelli colpiti da Alzheimer e perdita della memoria, che riportavano livelli maggiori di cellule immuni: ciò suggeriva la presenza di una infiammazione, in quanto le molecole che regolano il numero di cellule della microglia diventano più attive con il progredire della malattia di Alzheimer, generando quindi un livello maggiore di infiammazione.
Si è poi passati all’osservazione di una sostanza chimica nota come GW2580, che sembra essere in grado di ridurre la perdita di memoria e i problemi comportamentali dei topi a cui è stata somministrata, affetti da disturbi simili all’Alzheimer.
Il gruppo di ricerca è quindi ad un passo dal dimostrare che l’Alzheimer si può effettivamente contrastare, ed ora è pronto a collaborare con i partner dell’industria farmaceutica per dare vita ad un farmaco sicuro ed adeguato ai test, così da poterne riscontrare gli effetti positivi anche sull’uomo.
Anche se al momento non si ha nulla di certo, lo studio resta entusiasmante ed incoraggiante per tutta la comunità scientifica, conscia della necessità di trovare un trattamento capace di rallentare o possibilmente fermare lo sviluppo della malattia più preoccupante del nostro secolo.

ricerca Alzheimer

Ricerca Alzheimer, scoperto gene che ne rallenta l’insorgere

Ricerca Alzheimer: è stato individuato un nuovo gene che sembra in grado di rallentare l’insorgere della malattia.
La scoperta è stata annunciata da un gruppo di ricercatori appartenenti alla Australian National University, gli ideatori della scoperta che potrebbe spalancare la strada alla sintetizzazione di nuovi farmaci in grado di ritardare la malattia di Alzheimer fino a diciassette anni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, è basato su dati raccolti nel corso di ricerche su una popolazione colombiana: tale popolazione, infatti, è notoriamente portatrice di mutazioni genetiche collegate ad un maggior rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer: per citare un esempio, solo nella città di Yaramul è possibile contare circa 5000 persone ad alto rischio di insorgenza Alzheimer, e si prevede che addirittura la metà riceverà una diagnosi già all’età di 45 anni. Se questi dati possono apparire scioccanti, basti pensare che alcuni hanno sviluppato i sintomi già dai 32 anni di età.
Le ricerche effettuate su questa popolazione hanno così portato alla scoperta che la causa di questa predisposizione risulta essere una mutazione del gene cosiddetto “Apoe”, un gene in grado di bloccare la malattia, ritardandone lo sviluppo di decenni. Tale gene agisce positivamente sul cervello, proteggendolo e impedendo alle placche amiloidi di depositarsi, contrastando così in generarsi ed il decorrere della malattia di Alzheimer. E’ quindi possibile, secondo i ricercatori, riuscire ad “imitare” le capacità di questo gene, magari amplificandone l’azione, così da ottenere un effetto ritardante ancora maggiore.
Nonostante la scoperta non abbia nulla a che vedere con una cura effettiva, possiamo comunque considerare questo studio come una piccola vittoria sul morbo di Alzheimer che, grazie ai costanti passi avanti della scienza, sembra fare sempre meno paura.

arteterapia per anziani

Arteterapia per anziani

L’arteterapia per anziani può portare notevoli vantaggi al benessere psicologico ed emotivo dell’individuo.

I cambiamenti determinati dall’ingresso in una casa di cura possono rappresentare per l’anziano un momento difficile e complicato da affrontare. La perdita delle abitudini domestiche, della vicinanza dei propri cari, dell’intimità della propria abitazione si associa all’ingresso in una struttura tendenzialmente ospedalizzata, in cui può sembrare difficile sentirsi a proprio agio. Tutto ciò può portare l’anziano a sperimentare situazioni di ansietà, malessere, isolamento e disagio, che è possibile risolvere soltanto attraverso una calorosa accoglienza e attraverso la creazione di un ambiente confortevole e comprensivo.
L’arteterapia per anziani può rappresentare una soluzione ideale per coloro che hanno bisogno di stimoli efficaci per sentirsi attivi all’interno della comunità e per esprimere la propria interiorità facendo leva sulla propria vena creativa. Tale tecnica è particolarmente utile nella riabilitazione, in quanto opera sul senso di identità e nel recupero della memoria e della manualità, stimolando entusiasmo ed autostima contro la depressione. Si tratta di un’attività che permette all’anziano di condividere un’esperienza con altre persone, permettendogli quindi di socializzare e di mettersi nuovamente in gioco con i propri interessi.
L’esercizio artistico non ha la finalità di far acquisire competenze tecniche o risultati estetici, ma è importante in quanto attività che consente all’individuo di esprimersi e di armonizzare la sua vita interiore con il mondo esterno, grazie allo sviluppo dei sensi e della percezione.
I risultati ottenuti dall’arteterapia dimostrano come il benessere degli anziani non si ferma all’aspetto puramente fisico, ma molto peso va dato alla sfera emotiva e relazionale. Grazie all’arteterapia, ogni anziano potrà stimolare le proprie facoltà cognitive e allo stesso tempo dare sfogo alla propria interiorità, realizzando qualcosa di soddisfacente e produttivo.
Non è semplice avvicinare gli anziani all’attività artistica, a causa di inibizioni e insicurezza, ma una volta che l’anziano avrà imparato a lasciarsi andare e ad esprimersi liberamente attraverso forme e colori, potrà sperimentare un’esperienza gratificante e divertente, un vero e proprio toccasana per il suo animo ancora ricco di vita e di emozioni da condividere.

personale di casa di riposo

Personale di Casa di riposo Domus Santa Rita

Il personale di casa di riposo Domus Santa Rita è scelto per le sue qualità di professionalità, gentilezza, disponibilità e ascolto.

Le case di riposo sono spesso percepite dagli anziani come luoghi di spersonalizzazione, luoghi in cui tendono a sentirsi abbandonati dai propri cari e familiari. Oggi, grazie all’impegno e alla passione del personale di casa di riposo che opera nel settore, questo falso mito è stato sfatato e le case di riposo rivalutate: non più luoghi di abbandono ma ambienti ricchi di vita e di esperienze nuove, dove gli anziani possono godere appieno delle loro giornate e dei loro hobbies, inserendosi in una comunità che offre ancora delle opportunità e che porta alla costruzione di nuove relazioni sociali.
Per un anziano è fondamentale sentirsi parte di un ambiente stimolante e ricco di vita, ma è altrettanto importante, per i familiari, la garanzia di un luogo sicuro e affidabile e di un personale attento e professionale, a cui affidare il proprio caro.
In ogni casa di riposo, infatti, bisogna garantire prima di tutto la presenza di figure professionali e qualificate in relazione alle necessità dei propri ospiti. Si tratta di un ruolo di grande responsabilità, per cui non basta essere precisi e puntuali, perché affine soltanto a chi è dotato della giusta sensibilità e del tatto necessario per interagire con gli anziani. E’ un impiego che implica delicatezza, positività, capacità di ascolto, ma soprattutto necessita di una innata dedizione per il prossimo.
Domus Santa Rita conosce l’importanza di un personale garbato e disponibile, ed è per questo che lo staff che opera al suo interno risponde a tutti i requisiti richiesti da chi ha a cuore il proprio caro e desidera affidarlo a persone in grado di comprenderlo e di rispettarlo. Il personale di casa di riposo Domus Santa Rita, oltre ad offrire un servizio di grande qualità, garantiamo il massimo rispetto e considerazione per i vostri anziani, che verranno accolti in un ambiente amorevole e familiare, ricco di persone disponibili e pronte ad offrire tempo, ascolto e dedizione.

diritti degli anziani di casa di riposo

I diritti degli anziani di Casa di Riposo Domus S. Rita

I diritti degli anziani di Casa di Riposo Domus Santa Rita sono rispettati e riconosciuti da tutti i membri dello staff.

Le case di cura per anziani sono ambienti nati appositamente per offrire una permanenza piacevole e agiata al paziente, che deve essere assistito con le premure e le attenzioni dovute.
Il personale che opera nella casa di cura ha il dovere di onorare la dignità di ciascun anziano, rispettandone le convinzioni religiose ed etiche. Ecco perché è importante conoscere i diritti degli anziani di Casa di Riposo Domus Santa Rita.
Innanzitutto, tutti i pazienti devono essere riconosciuti con il proprio nome e cognome, non attraverso la pratica spersonalizzante di assegnare loro un numero, e bisogna garantire loro informazioni esaurienti circa le prestazioni e le competenze delle persone che lo hanno in cura. Inoltre, ogni degente ha il diritto di conoscere la propria situazione clinica così come è dovere informarlo circa la terapia suggerita ma anche circa i trattamenti alternativi, anche se eseguibili in altre strutture.
Le informazioni circa la condizione clinica del degente sono ovviamente coperti da privacy e, qualora venga presentato un reclamo, questo deve essere visionato tempestivamente.
Qualora l’anziano non sia in grado di autodeterminarsi, tale diritto varrà per i familiari del paziente.
Allo scopo di garantire una convivenza piacevole e serena, i pazienti e i familiari di questi sono tenuti a rispettare le direttive della casa di cura e la comunità sociale, allo scopo di migliorare le prestazioni stesse del personale.
Il rispetto di ambienti, attrezzature, arredi e della comunità sociale in genere agevolano lo staff della casa di cura, che potranno così dedicarsi al loro impiego offrendo il massimo della disponibilità.
Gli orari della Casa di Cura vanno tenuti in considerazione al fine di permettere la normale attività assistenziale terapeutica e favorire la quiete ed il riposo degli altri pazienti.
La struttura, inoltre, conta di ambienti specifici per attività ricreative, così da permettere, a chi lo desidera, di dedicarsi ai propri hobbies senza disturbare il riposo notturno o giornaliero degli altri ospiti, dunque è dovere dei pazienti evitare di creare situazioni di disturbo.
In conclusione, è nei compiti del paziente riferire tempestivamente ai sanitari di un’eventuale desiderio di rinunciare a cure e prestazioni programmate, così da evitare spreco di tempo e risorse per la struttura.
La Casa di Cura Domus S. Rita dispone di una struttura di alto livello e di uno staff cortese e disponibile che saprà mettere a proprio agio i vostri anziani, fornendo il meglio del servizio sanitario e terapeutico, ma soprattutto lieti di instaurare con i vostri cari un rapporto di fiducia e di rispetto, che renderà la permanenza nella casa di cura piacevole e calorosa.

malato di alzheimer

Migliorare la qualità della vita di un malato di Alzheimer

La vita di un malato di Alzheimer è piena di difficoltà e di ostacoli, capaci di compromettere anche i più semplici gesti quotidiani e quindi la propria stessa
indipendenza.

La perdita della propria autonomia è certamente la conseguenza più grave di questo terribile morbo, che porta il malato all’incapacità, parziale o totale, di pendersi
cura di sé, della propria igiene e dei propri bisogni primari.

Questa condizione è particolarmente dura non soltanto per il malato, ma finisce col ripercuotersi anche sulla vita dei suoi
familiari.

Purtroppo, ad oggi non è chiaro quali siano le cause precise per cui il morbo di Alzheimer si manifesta, dunque non è ancora possibile giungere alla sintetizzazione di una
cura efficace, malgrado i progressi della ricerca scientifica.

Tutto quello che si può fare, quando si ha un caro affetto da Alzheimer, è cercare di rendere la loro vita più agevole e
serena possibile.
Ma come si fa a migliorare la qualità della vita di un malato di Alzheimer?
Alcune ricerche scientifiche hanno appurato che l’approccio più efficace per far si che il malato riesca a gestire individualmente alcune delle attività quotidiane di base è quello
orientato al compito: il paziente viene guidato da una persona competente all’apprendimento di una specifica abilità e portato a ripeterla più volte, fino all’acquisizione completa.
E’ fondamentale, in questo frangente, che l’assistente sia ben formato, che conosca le migliori strategie da attuare a seconda del grado di malattia del degente, e che instauri un
buon rapporto l’assistito, inserendosi nel suo ambiente e prendendo in considerazione tutti gli aspetti familiari e sociali che lo caratterizzano.
Per ulteriori consigli su come migliorare la qualità della vita del malato di Alzheimer, clicca qui.