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spiritualità per gli anziani

Spiritualità per gli anziani casa di riposo Domus Santa Rita

La spiritualità per gli anziani è un valore importantissimo per migliorarne la qualità della vita.

Prendersi cura di una persona anziana non significa soltanto dedicarsi alla sua salute fisica: un’importanza fondamentale ricopre anche il lato spirituale, la cui coltivazione aiuta a contrastare la depressione e la stagnazione emotiva che in genere colpisce coloro che si affacciano alla terza età.
Ciò si manifesta soprattutto attraverso la religiosità, un aspetto fondamentale per la vita dell’anziano da cui si può trarre un valido aiuto nel mantenere intatto il senso della propria
identità. Attraverso la religione, infatti, l’individuo avverte un senso di appartenenza ad un’entità spirituale che rende tollerabili gli errori e le rinunce compiute nel corso della propria vita, percependo al tempo stesso un senso di speranza per il futuro.
Non è perciò da trascurare l’apporto positivo che la religione offre alla salute psico-fisica dell’anziano, e a dimostrarlo sono gli studi internazionali che ne documentano gli effetti: non solo si riscontra un’influenza positiva su casi di depressione, ma anche in caso di lutti e avversità, che possono essere affrontati con un maggior sostegno psicologico e morale.
La Domus Santa Rita riconosce il bisogno che ogni anziano ha di sentirsi vicino alla propria dimensione spirituale, e offre servizi sacerdotali in occasione di ogni festa o ricorrenza, oltre alla settimanale messa del sabato.
La Domus Santa Rita è vicina al vostro caro e opera per la serenità ed il benessere dei propri ospiti.
Contattaci per maggiori informazioni!

 

benessere psicologico degli anziani

Il benessere psicologico degli anziani

Il benessere psicologico degli anziani, alla terza età così come in ogni periodo della nostra vita, assume un ruolo fondamentale.

Esso influisce non soltanto sulla serenità dell’individuo, ma anche sulla salute fisica, fungendo da fattore protettivo per molti dei disturbi che, generalmente, accompagnano l’età avanzata.
Malattie cardiovascolari, disturbi cognitivi e così via si possono lenire, se non eliminare del tutto, anche solo ponendo la giusta attenzione al benessere psicologico dell’anziano.
A tal proprosito, citiamo uno studio recente (2012) realizzato da Friedman & Ryff, 2012, in merito ai correlati biologici del benessere psicologico dell’anziano: i risultati, ottenuti su un campione di 998 anziani affetti da condizioni croniche multiple, hanno rilevato che coloro che presentavano livelli elevati di scopo nella vita, relazioni positive con gli altri ed emozioni positive in generale mostravano minori livelli di indici infiammatori; di conseguenza, le possibilità di conservare un buon funzionamento psicologico si presentavano superiori rispetto ai soggetti che invece non godevano di tale stato positivo.
Particolarmente significativo, infatti, è il legame tra benessere psicologico e deterioramento cognitivo: elevati livelli di benessere psicologico sono equivalenti ad un minore rischio di sviluppare l’Alzheimer o altre malattie neurodegenerative.
Insomma, gli anziani non hanno bisogno soltanto di farmaci o di terapie. Il vero elisir della nostra esistenza e della nostra salute è fatto di affetti, di cose che amiamo fare, di passioni coltivate e di relazioni positive. La Domus Santa Rita conosce il valore del benessere psicologico per l’anziano e infatti accoglie i propri ospiti in un ambiente ricco di stimoli, ove è possibile condividere e relazionarsi con gli altri in piena armonia.
Visita la nostra struttura o contattaci per maggiori informazioni!

morbo di Alzheimer

Morbo di Alzheimer, il ruolo della famiglia

Il morbo di Alzheimer è un serio problema che affligge la terza età. Ma la famiglia, con il supporto di una struttura adeguata, può fare tanto!

Una delle cose più difficili nella nostra vita e accettare di invecchiare. Quando arriva il momento in cui bisogna fare i conti con una mente non più scattante e con un fisico che non risponde più come vorremmo, si mette in discussione non soltanto la sfera personale ma anche quella relazionale e, in particolare, il rapporto con la propria famiglia. In questo frangente, i propri cari rappresentano un supporto fondamentale per l’anziano, che solo attraverso le attenzioni e la vicinanza dei familiari può ritrovare la serenità e lo stato d’animo giusto per vivere appieno anche questa età della vita.
Tuttavia, quando bisogna confrontarsi con l’insorgere di una malattia, le cose diventano più difficili, non soltanto per l’anziano, ma anche per chi si prende cura di lui. Nel caso di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer o la demenza senile, la riduzione delle abilità e dell’autonomia personale determina una trasformazione radicale delle condizioni di vita di tutta la famiglia, sia a livello pratico-comportamentale che affettivo-relazionale. E’ necessario prendersi cura costantemente del malato, ogni ambiente deve essere adattato al soggetto allo scopo di evitare aggravamento di disturbi comportamentali o incidenti, e in questo contesto è normale che gli equilibri familiari ne risentano.
Il disagio generato dalla necessità di prendersi cura del malato, la difficoltà di conciliare impegni lavorativi e relazionali, lo stress e la frustrazione legati all’incapacità di comprendere fino in fondo le necessità del proprio caro… tutti questi fattori innescano una serie di dinamiche psicologiche che rischiano di minare l’intero nucleo familiare.
Scegliere una casa di cura, a questo punto, non deve configurarsi come una scelta di abbandono, ma come una decisione dettata dall’amore per il proprio familiare malato. Di primo acchito, siamo portati a biasimare la scelta della casa di cura, soprattutto per l’allontanamento del malato dalla propria casa, ma con un ragionamento più razionale possiamo renderci conto di quanto la situazione possa migliorare, grazie all’aiuto di esperti del settore e di professionisti affidabili.
Domus Santa Rita dispone di una struttura ideale ad accogliere il tuo caro, dotata di tutto ciò di cui un anziano ha bisogno per sentirsi a proprio agio, e il personale è attento, cortese, disponibile all’ascolto: chi opera nella struttura Domus Santa Rita conosce l’importanza del calore umano e di quei piccoli gesti capaci di dare luce anche ai momenti più bui della nostra vita.

memofilm

Memofilm, l’uso del cinema contro le demenze

Nonostante i numerosi passi avanti effettuati dalla ricerca negli ultimi anni, attualmente, l’Alzheimer e le altre forme di demenza affliggono ancora milioni di persone in tutto il mondo e le soluzioni farmacologiche e cliniche rappresentano ancora una sfida per la medicina contemporanea, tuttora incapace di fornire una risposta efficace ad uno dei problemi più sentiti della nostra epoca.
Dati gli scarsi risultati, si è cercato parallelamente di realizzare tutta una serie di interventi di tipo non farmacologico, rivolte piuttosto alla cognitività dell’individuo e che si basano su una visione olistica secondo la quale ogni persona si esprime e si realizza in maniera equivalente attraverso il contributo di competenze cognitive, emozionali ed affettive.
Tra i progetti più interessanti troviamo “Memofilm”, nato nel 2008 con la collaborazione tra ASP Città di Bologna e Cineteca di Bologna.
Si tatta di un particolare strumento audiovisivo pensato per il paziente affetto da malattia neurodegenerativa che si propone da un lato di riorientare il paziente rispetto all’ambiente
in cui vive, al tempo della propria storia personale, e dall’altro di contrastare la frammentazione psichica causata dalla malattia, migliorando in questo modo i comportamenti di adattamento.
Grazie alla collaborazione determinante dei familiari dell’assistito e degli operatori sanitari, si ricrea un filmato realizzato con materiali appartenenti all’universo sensoriale, percettivo e affettivo dell’individuo, della durata di circa 15-20 minuti, da sottoporre al paziente quotidianamente. Il filmato dovrebbe produrre stimoli positivi ed utili dal punto di vista cognitivo, ma anche se non sono stati osservate variazioni significative in questo senso nei casi analizzati, importantissimi sono i risultati osservati nell’evoluzione del BPSD (Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia). Si è, infatti, rilevata un’alterazione del punteggio NPI nei soggetti sottoposti alla visione del Memofilm: nella maggior parte dei casi si è assistito ad una diminuzione del punteggio NPI, anche a seguito di un mese di sospensione della visione del Memofilm.
Dodici pazienti su tredici sono stati in grado di riconoscere persone, oggetti e situazioni rappresentate nel Memofilm e il riconoscimento della propria abitazione ha prodotto la cessazione del delirio di fuga in un caso singolo e il miglioramento di comportamenti iterativi e inadeguati in tre casi.
Lo strumento è utile anche per valutare il logoramento psico-fisico prodotto dal BPSD sui caregivers e sulle figure professionali che prestano assistenza ai malati di demenza, che dimostrano nella maggior parte dei casi una riduzione dello stress a seguito della visione del memofilm.
In conclusione, il progetto sembra mostrare risultati prevalentemente positivi e potrebbe aprire altri percorsi capaci di unire arte e scienza e di offrire un contributo importante nell’ambito di problematiche sentite anche dal punto di vista sociale, proprio come nel caso dell’Alzheimer e delle demenze.

Depressione

Depressione, l’anticamera dell’Alzheimer

Tra i disturbi più diffusi della terza età non vi sono soltanto le malattie neurodegenerative, ma anche qualcosa che spesso tendiamo a sottovalutare: stiamo parlando della depressione che, in base ad una ricerca di qualche anno fa, è da considerarsi l’anticamera dell’Alzheimer.
L’insorgere della depressione nell’anziano è determinata da una serie di fattori concatenati, che possono riguardare aspetti sociali, psicologici e biologici dell’individuo. Lutto, riduzione del ruolo sociale, disabilità, ma anche presenza di un dolore fisico continuo, insufficienza circolatoria a livello cerebrale o malattie come diabete e ipertensione: questi sono solo alcuni dei motivi che predispongono l’anziano alla depressione, dunque la diagnosi può presentarsi estremamente complicata in virtù della variabili individuali dei fattori di rischio.
Parte della difficoltà di identificare la depressione nell’anziano è data dal fatto che molti sintomi chiave sono spesso presenti anche nel normale processo di invecchiamento.
Un’attenzione particolare va data al comportamento dell’anziano, che può manifestare una tristezza persistente di due o più settimane e un calo di interesse generale, ma segnali importanti sono dati anche dalle ripercussioni del disturbo sul corpo, che si manifestano con alterazioni dell’appetito, del peso corporeo e del sonno. Inoltre, la depressione senile si manifesta in maniera più intensa rispetto a quella degli adulti giovani, con tendenza a ricadute e alla cronicizzazione due volte più elevata, e nel tempo tendono ad evolvere in vere e proprie demenze, dei quali la depressione spesso non è che uno stadio molto precoce. In base a tali osservazioni, si è ipotizzato che trattando la depressione si possa anche diminuire l’incidenza dei disturbi cognitivi poiché, permettendo all’anziano di recuperare il proprio funzionamento individuale e sociale, vi è uno stimolo sulla plasticità cerebrale e quindi sulle facoltà mentali. I farmaci antidepressivi più recenti si presentano infatti più ricchi rispetto a quelli tradizionali, in quanto non solo aumentano i livelli sinaptici di serotonina ma influiscono anche sui neurotrasmettitori, con conseguente miglioramento dei sintomi cognitivi quali memoria, attenzione e focalizzazione.
Presso la Domus Santa Rita, l’aspetto sociale e psichico dell’anziano è tenuto in grandissima considerazione, e l’ospite è sollecitato, attraverso attività anche collettive, a tenere in
allenamento costante corpo e mente; i farmaci rappresentano soltanto un aiuto a quella che è la vera e propria cura per depressione e per disturbi cognitivi: la vita!

casa di riposo per anziani

Casa di riposo per anziani e spazi comuni

La casa di riposo per anziani Domus Santa Rita dispone di spazi comuni ben attrezzati e in grado di garantire libertà e tranquillità a tutti gli ospiti.

Il dovere primario di una casa di cura per anziani è quello di garantire il benessere e la serenità dei propri ospiti.
E’ fondamentale, per ciascun anziano, avere la possibilità di continuare a coltivare i propri hobbies e i passatempi che fanno parte della loro quotidianità, ma altrettanto importante è riuscire a condividere pacificamente spazi comuni con gli altri ospiti della struttura.
Esistono case di cura in cui gli anziani hanno a disposizione un’unica sala di svago, dove attività diverse possono diventare fonte di disturbo reciproco.
Ciò incide pesantemente sulla serenità e sulla vivibilità della casa di cura e finisce per ripercuotersi sul benessere psicofisico dell’anziano.
E’ dovere degli operatori, quindi, gestire ed organizzare in maniera opportuna gli spazi comuni disponibili, recando l’attenzione e la cura necessari per le esigenze di ciascun ospite della struttura.
Chi desidera un ambiente tranquillo e privo di schiamazzi potrebbe non gradire la condivisione degli stessi spazi con chi, invece, preferisce dedicarsi a qualche gioco o guardare la televisione, e questo è possibile solo nelle migliori strutture, dotate di più sale adibite allo svago dei propri ospiti.
Presso la casa di riposo per anziani Domus Santa Rita offriamo il meglio in questo senso, perché mettiamo al primo posto la serenità e la tranquillità di ogni anziano loro ospite.
Il nostro gentilissimo e cordiale staff è preparato per offrire ai vostri cari tutto il rispetto e la comprensione che meritano, e si impegnano quotidianamente per rendere la casa di cura il luogo accogliente e familiare di cui ogni anziano ha bisogno.
Basta davvero poco per regalare un sorriso e per riempire le giornate di momenti fatti di compagnia e di condivisione: affidati alla professionalità e al calore familiare di Domus Santa Rita, e scoprirai di poterla considerare come una seconda casa per il tuo caro.

casa di cura per Alzheimer

Casa di cura per Alzheimer, perché rivolgersi ad una struttura

Una casa di cura per Alzheimer è un luogo in cui il tuo caro può trovare il sostegno e la professionalità di cui ha bisogno per superare ogni giorno gli insidiosi ostacoli della malattia.

Il morbo di Alzheimer è una delle malattie neurodegenerative più temute e insidiose degli ultimi tempi.
La sua triste fama è dovuta in primo luogo alla mancanza di una cura effettiva e di metodologie di diagnosi sufficientemente attendibili, ma buona parte del disagio dipende anche dalla difficoltà di affrontare e gestire la malattia, non soltanto dal punto di vista di chi ne è colpito in modo diretto, ma anche per quanto concerne la famiglia del malato.
Il ruolo di caregivers non manca di momenti frustranti e difficili, generati inevitabilmente dal senso di impotenza e da tutte le responsabilità che tale impegno comporta, per cui è fondamentale imparare a riconoscere la necessità di rivolgersi ad una struttura specializzata, non soltanto per sé stessi, ma nell’interesse del malato stesso.
La prima difficoltà riscontrata da ogni caregivers, per esempio, consiste nel conciliare la cura al malato con i comuni impegni quotidiani.
Si tende purtroppo a ritenere le case di cura una soluzione estrema, quasi una mancanza di responsabilità da parte della famiglia e si cerca in tutti i modi di prendersi cura del malato in casa propria, con i propri mezzi e a costo di sacrifici non indifferenti.
In realtà, esistono molte strutture perfettamente idonee ad accogliere i malati di Alzheimer, come la casa di cura per Alzheimer Domus Santa Rita, presso la quale i vostri cari saranno assistiti da un personale esperto e qualificato e potranno mantenere una vita più che dignitosa all’interno di un ambiente caloroso e perfettamente attrezzato per ogni evenienza.
La Domus Santa Rita fornisce l’assistenza e le competenze necessarie perché un malato di Alzheimer possa vivere in un ambiente sicuro e controllato, con un staff scelto non solo per abilità ed esperienza ma anche per sensibilità e disponibilità.
Affidarsi alla Domus Santa Rita non è un sinonimo di abbandono, bensì una scelta di profondo amore nei confronti del vostro caro: non abbiate paura di chiedere la nostra assistenza.

alzheimer e perdita della memoria

Alzheimer e perdita della memoria, al lavoro per un farmaco futuro

Alzheimer e perdita di memoria rappresentano tematiche di grande preoccupazione per gli anziani.

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Southampton, l’infiammazione al cervello può avere un ruolo centrale nello sviluppo di Alzheimer e perdita della memoria, dunque trattare tale stato infiammatorio può aiutare a combattere il morbo stesso.
E’ su questo risultato che i ricercatori inglesi si sono concentrati, conducendo esperimenti su un particolare agente chimico che sembra essere in grado di ridurre la neuroinfiammazione, con un potenziale effetto positivo sui problemi ed i comportamenti legati al morbo di Alzheimer.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Brain”, è partito con l’osservazione del tessuto di cervelli sani e di cervelli colpiti da Alzheimer e perdita della memoria, che riportavano livelli maggiori di cellule immuni: ciò suggeriva la presenza di una infiammazione, in quanto le molecole che regolano il numero di cellule della microglia diventano più attive con il progredire della malattia di Alzheimer, generando quindi un livello maggiore di infiammazione.
Si è poi passati all’osservazione di una sostanza chimica nota come GW2580, che sembra essere in grado di ridurre la perdita di memoria e i problemi comportamentali dei topi a cui è stata somministrata, affetti da disturbi simili all’Alzheimer.
Il gruppo di ricerca è quindi ad un passo dal dimostrare che l’Alzheimer si può effettivamente contrastare, ed ora è pronto a collaborare con i partner dell’industria farmaceutica per dare vita ad un farmaco sicuro ed adeguato ai test, così da poterne riscontrare gli effetti positivi anche sull’uomo.
Anche se al momento non si ha nulla di certo, lo studio resta entusiasmante ed incoraggiante per tutta la comunità scientifica, conscia della necessità di trovare un trattamento capace di rallentare o possibilmente fermare lo sviluppo della malattia più preoccupante del nostro secolo.

ricerca Alzheimer

Ricerca Alzheimer, scoperto gene che ne rallenta l’insorgere

Ricerca Alzheimer: è stato individuato un nuovo gene che sembra in grado di rallentare l’insorgere della malattia.
La scoperta è stata annunciata da un gruppo di ricercatori appartenenti alla Australian National University, gli ideatori della scoperta che potrebbe spalancare la strada alla sintetizzazione di nuovi farmaci in grado di ritardare la malattia di Alzheimer fino a diciassette anni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, è basato su dati raccolti nel corso di ricerche su una popolazione colombiana: tale popolazione, infatti, è notoriamente portatrice di mutazioni genetiche collegate ad un maggior rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer: per citare un esempio, solo nella città di Yaramul è possibile contare circa 5000 persone ad alto rischio di insorgenza Alzheimer, e si prevede che addirittura la metà riceverà una diagnosi già all’età di 45 anni. Se questi dati possono apparire scioccanti, basti pensare che alcuni hanno sviluppato i sintomi già dai 32 anni di età.
Le ricerche effettuate su questa popolazione hanno così portato alla scoperta che la causa di questa predisposizione risulta essere una mutazione del gene cosiddetto “Apoe”, un gene in grado di bloccare la malattia, ritardandone lo sviluppo di decenni. Tale gene agisce positivamente sul cervello, proteggendolo e impedendo alle placche amiloidi di depositarsi, contrastando così in generarsi ed il decorrere della malattia di Alzheimer. E’ quindi possibile, secondo i ricercatori, riuscire ad “imitare” le capacità di questo gene, magari amplificandone l’azione, così da ottenere un effetto ritardante ancora maggiore.
Nonostante la scoperta non abbia nulla a che vedere con una cura effettiva, possiamo comunque considerare questo studio come una piccola vittoria sul morbo di Alzheimer che, grazie ai costanti passi avanti della scienza, sembra fare sempre meno paura.

arteterapia per anziani

Arteterapia per anziani

L’arteterapia per anziani può portare notevoli vantaggi al benessere psicologico ed emotivo dell’individuo.

I cambiamenti determinati dall’ingresso in una casa di cura possono rappresentare per l’anziano un momento difficile e complicato da affrontare. La perdita delle abitudini domestiche, della vicinanza dei propri cari, dell’intimità della propria abitazione si associa all’ingresso in una struttura tendenzialmente ospedalizzata, in cui può sembrare difficile sentirsi a proprio agio. Tutto ciò può portare l’anziano a sperimentare situazioni di ansietà, malessere, isolamento e disagio, che è possibile risolvere soltanto attraverso una calorosa accoglienza e attraverso la creazione di un ambiente confortevole e comprensivo.
L’arteterapia per anziani può rappresentare una soluzione ideale per coloro che hanno bisogno di stimoli efficaci per sentirsi attivi all’interno della comunità e per esprimere la propria interiorità facendo leva sulla propria vena creativa. Tale tecnica è particolarmente utile nella riabilitazione, in quanto opera sul senso di identità e nel recupero della memoria e della manualità, stimolando entusiasmo ed autostima contro la depressione. Si tratta di un’attività che permette all’anziano di condividere un’esperienza con altre persone, permettendogli quindi di socializzare e di mettersi nuovamente in gioco con i propri interessi.
L’esercizio artistico non ha la finalità di far acquisire competenze tecniche o risultati estetici, ma è importante in quanto attività che consente all’individuo di esprimersi e di armonizzare la sua vita interiore con il mondo esterno, grazie allo sviluppo dei sensi e della percezione.
I risultati ottenuti dall’arteterapia dimostrano come il benessere degli anziani non si ferma all’aspetto puramente fisico, ma molto peso va dato alla sfera emotiva e relazionale. Grazie all’arteterapia, ogni anziano potrà stimolare le proprie facoltà cognitive e allo stesso tempo dare sfogo alla propria interiorità, realizzando qualcosa di soddisfacente e produttivo.
Non è semplice avvicinare gli anziani all’attività artistica, a causa di inibizioni e insicurezza, ma una volta che l’anziano avrà imparato a lasciarsi andare e ad esprimersi liberamente attraverso forme e colori, potrà sperimentare un’esperienza gratificante e divertente, un vero e proprio toccasana per il suo animo ancora ricco di vita e di emozioni da condividere.